Il 25 settembre, in occasione dell’evento celebrativo per i vent’anni di Chiesi Foundation, la Fondazione ha annunciato un cambiamento importante: da questo momento assumerà ufficialmente il nome di Paolo Chiesi Foundation, in onore del suo fondatore, il Dott. Paolo Chiesi, scomparso nel 2024.

L’evento, dal titolo “Accelerare il cambiamento: un dialogo sul futuro dell’assistenza sanitaria nel Sud Globale”, si è svolto presso la sede del Gruppo Chiesi a Parma e ha rappresentato un momento di riflessione sul percorso compiuto e sulle sfide future che attendono la Fondazione. Oltre a ripercorrere i principali traguardi raggiunti, la giornata ha visto la partecipazione di ospiti di rilievo internazionale come la Dott.ssa Queen Dube, pediatra ed epidemiologa, oggi responsabile del Newborn Health Program presso l’Organizzazione Mondiale della Sanità, che ha guidato iniziative cruciali come il Malawi’s Every Newborn Action Plan e il programma NEST 360; e la Prof.ssa Refiloe Masekela, Presidente della Pan African Thoracic Society e responsabile del Department of Paediatrics and Child Health presso l’Università di KwaZulu-Natal, riconosciuta a livello internazionale per i suoi studi sull’asma pediatrico e vincitrice del prestigioso World Lung Health Award. Il dialogo, moderato dal giornalista e scrittore Vittorio Longhi, ha offerto spunti concreti per il futuro dell’assistenza neonatale e respiratoria nel Sud Globale: dalle criticità sistemiche ancora presenti nei Paesi a basso e medio reddito, alla necessità di costruire reti di collaborazione stabili, fino all’importanza della formazione degli operatori sanitari locali e dell’adozione di soluzioni sostenibili e contestualizzate. 

Il cambio di nome è una decisione che porta con sé un valore profondo, che nasce da un percorso iniziato il 14 aprile 2005, quando il Dott. Paolo Chiesi, scienziato e imprenditore, decise di dare vita a un’organizzazione che coniugasse sapere scientifico e responsabilità sociale, con un obiettivo preciso: intervenire dove l’accesso ai servizi sanitari di base è ancora un privilegio e promuovere la salute come diritto universale.

In questi vent’anni, quell’idea ha preso forma in tanti modi. Dalla creazione di modelli di intervento come il NEST (Neonatal Essentials for Survival and Thriving), che ha contribuito a ridurre la mortalità neonatale in diversi Paesi dell’Africa subsahariana francofona, e il GASP (Global Access to Sustainable Pulmonology), pensato per migliorare la vita delle persone affette da malattie respiratorie croniche. Oggi la Fondazione è presente in tredici Paesi del Sud Globale tra Africa, America Latina e Asia e lavora a stretto contatto con organizzazioni internazionali, istituzioni locali, operatori sanitari e comunità per rafforzare competenze, migliorare l’accesso alle cure e ridurre le disuguaglianze.

Ma dietro a queste iniziative e progetti, c’è il filo conduttore di un pensiero, quello di Paolo Chiesi, per cui la conoscenza scientifica deve essere condivisa, le frontiere devono essere abbattute, e le organizzazioni hanno la responsabilità di guardare oltre il proprio perimetro. Per questo motivo, il nuovo nome Paolo Chiesi Foundation non è soltanto un tributo alla memoria di chi ha reso possibile questo cammino, ma è anche un modo per dare continuità a quella visione e trasformarla in un impegno concreto. 

Il cambio di nome rappresenta però anche un’altra evoluzione: segnala la volontà di affermare la Fondazione come un’organizzazione autonoma e riconoscibile, pur rimanendo legata, per valori e spirito, al Gruppo Chiesi. La crescita degli ultimi vent’anni ha trasformato la Fondazione da grant-maker a partner operativo, da sostenitore a protagonista di progetti di cooperazione sanitaria. Oggi è un attore capace di dialogare con istituzioni internazionali, università, organizzazioni non governative e governi locali.

Con Paolo Chiesi Foundation, questo lavoro continua, ma con una consapevolezza nuova: quella di essere un’istituzione matura e autorevole, pronta a rispondere alle sfide di oggi e di domani, con una visione più ampia e un’identità ancora più definita. La Fondazione vuole restare fedele alla sua missione – costruire un futuro in cui ogni persona, ovunque nel mondo, possa avere un accesso equo a un’assistenza sanitaria di qualità – ma lo farà con uno sguardo sempre più proiettato al futuro e un nome che porta con sé l’ispirazione di chi tutto questo lo ha immaginato per primo.

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