Il 2025 sta per chiudersi e qui in Fondazione la mente e le energie sono già rivolte allo sviluppo dei progetti in programma per il prossimo anno, ma prima vogliamo fare il punto sui risultati ottenuti e i traguardi raggiunti in questi ultimi 12 mesi. Di seguito trovate una veloce carrellata delle principali iniziative lanciate dalla Fondazione o dai nostri partner e che ci hanno visto partecipi.
Paolo Chiesi Foundation festeggia i suoi primi 20 anni
Non la prima in ordine cronologico, ma sicuramente quella che per noi è stata la data più importante dell’anno: il 25 settembre la Fondazione ha celebrato il suo 20° compleanno con l’evento “Accelerare il cambiamento: un dialogo sul futuro dell’assistenza sanitaria nel Sud globale”, ospitato presso l’Auditorium della sede del Gruppo Chiesi a Parma. L’incontro è stato aperto dai saluti introduttivi da parte di Maria Paola Chiesi, presidente, e Massimo Salvadori, coordinatore, a cui è seguita una tavola rotonda tra Dott.ssa Queen Dube, responsabile del Newborn Health Program presso l’OMS, e la Prof.ssa Refiloe Masekela, responsabile del Department of Paediatrics and Child Health presso l’Università di KwaZulu-Natal, moderate dal giornalista e scrittore Vittorio Longhi.
Il dibattito ha affrontato le sfide dell’assistenza neonatale e respiratoria nei Paesi del Sud Globale, evidenziando la necessità di partnership più inclusive, un rafforzamento dei sistemi sanitari locali e un’innovazione sostenibile. Dube ha condiviso la sua esperienza nella riduzione della mortalità materno-neonatale e nell’alleanza NEST360, mentre Masekela ha portato la prospettiva sulla salute respiratoria pediatrica e sull’importanza della formazione.
Durante l’evento è stato annunciato il cambio di nome della Fondazione da Chiesi Foundation a Paolo Chiesi Foundation, per onorare il ricordo e l’eredità del suo fondatore e riaffermare i valori di equità e diritto alla salute.
Pubblicazione del Bilancio Sociale 2024
A luglio la Fondazione ha pubblicato il suo Bilancio Sociale 2024, un documento che racconta in modo trasparente le attività e i risultati raggiunti nell’anno precedente, in linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile dell’Agenda 2030, e che viene pubblicato regolarmente dal 2023. Il 2024 è stato un anno di consolidamento e crescita, con iniziative mirate a ridurre le disuguaglianze nell’accesso alle cure e a migliorare la qualità dell’assistenza neonatale e respiratoria nei Paesi del Sud Globale.
Tra i principali risultati numerici più indicativi, ricordiamo i 4.300 neonati ricoverati nei reparti di neonatologia, più di 370 famiglie assistite nelle unità di Kangaroo Care, i 295 operatori sanitari formati, gli oltre 15.000 pazienti affetti da malattie respiratorie croniche assistiti e i 32 ospedali e cliniche sostenute.
Il Bilancio, che da settembre è stato reso disponibile anche in inglese e in francese, conferma la volontà della Fondazione di agire con continuità e responsabilità per rendere il diritto alla salute una realtà concreta.
NEST Partners Meeting: Abidjan ospita la terza edizione
Dal 7 al 10 luglio si è svolta ad Abidjan, Costa d’Avorio, la terza edizione del NEST Partners Meeting, l’appuntamento annuale che riunisce i partner del Modello Neonatal Essentials for Survival and Thriving (NEST), sviluppato dalla Fondazione. L’incontro ha coinvolto medici, infermieri, direttori di ospedali e rappresentanti istituzionali provenienti da diversi Paesi dell’Africa subsahariana francofona, con l’obiettivo di condividere esperienze, discutere sfide comuni e pianificare azioni per migliorare la qualità delle cure neonatali.
Tra i temi affrontati: la formazione del personale sanitario, l’adozione di tecnologie essenziali, il rafforzamento delle unità di terapia intensiva neonatale e la diffusione della Kangaroo Care, pratica fondamentale per la sopravvivenza dei neonati prematuri o con basso peso alla nascita, che consiste nel contatto pelle a pelle e che favorisce termoregolazione, allattamento e stabilità clinica. Sono stati presentati i progressi ottenuti nei centri partner e le strategie per ampliare l’impatto del Modello NEST, basato su collaborazione locale e sostenibilità.
Il meeting ha confermato il ruolo centrale delle partnership come leva per ridurre la mortalità neonatale e garantire cure sicure ed efficaci. La Paolo Chiesi Foundation, promotrice dell’iniziativa, ha ribadito il proprio impegno nel supportare infrastrutture, attrezzature e programmi di formazione, rafforzando la rete di cooperazione per rendere il diritto alla salute un fatto concreto.
Rafforzare qualità e impatto: nascono i Technical Advisory Group
Tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, la Fondazione ha compiuto un passo importante per rafforzare la qualità e l’impatto dei suoi programmi, istituendo due Technical Advisory Group dedicati rispettivamente al Modello NEST e al Modello GASP. Questi gruppi di lavoro sono composti da esperti internazionali nei settori della neonatologia, della salute respiratoria, della formazione sanitaria e della cooperazione internazionale.
Il Technical Advisory Group del NEST vede la partecipazione di figure di riferimento come il Prof. Ousmane Ndiaye, Vicepresidente dell’Association des Pédiatres de Langue Française, la Prof.ssa Solange Ouédraogo, Capo di Dipartimento presso il Centre Hôpitalier Universitaire de Bogodogo a Ouagadougou (Burkina Faso) e Presidente del comitato di ricerca dell’African Neonatal Association, il Dott. Franck Houndjaohue, Tesoriere dell’African Neonatal Association, e il Dott. Ousman Mouhamadou, coordinatore del progetto IMPULSE in Repubblica Centrafricana.
Il Technical Advisory Group del Modello GASP si concentra sull’innovazione nella diagnosi e gestione delle malattie respiratorie croniche e include il Prof. William Checkley e la Prof.ssa Laura Nicolaou, rispettivamente Professore e Professoressa Associata presso la Johns Hopkins University, la Prof.ssa Refiloe Masekela, responsabile del Department of Paediatrics and Child Health presso l’Università di KwaZulu-Natal, e il Prof. Robert Levy, Professore di Medicina Clinica presso la University of British Columbia di Vancouver, Canada.
Entrambi i gruppi lavorano in stretta collaborazione con i partner locali e internazionali, offrendo consulenza scientifica e contribuendo alla diffusione delle migliori pratiche. La loro costituzione rappresenta un segnale concreto dell’impegno della Fondazione nel garantire l’efficacia, la sostenibilità e l’aggiornamento costante dei propri modelli di intervento, a beneficio delle comunità coinvolte.
Cancellare le disuguaglianze con il 5 per mille
Come ogni anno, anche nel 2025, la Paolo Chiesi Foundation ha avviato la sua campagna relativa alla devoluzione del 5 per mille, invitando cittadini e sostenitori a destinare una piccola quota della propria dichiarazione dei redditi alla Fondazione.
Attraverso il contributo del 5 per mille, la Fondazione può continuare a fornire attrezzature essenziali, formare personale sanitario e sostenere ospedali locali, in linea con la missione di garantire il diritto alla salute per tutti.
La campagna, rivolta a tutti i dipendenti del Gruppo Chiesi residenti fiscali in Italia, sottolinea come anche un gesto semplice possa contribuire a cancellare le disuguaglianze esistenti in molti paesi del mondo (in particolare del Sud Globale) e generare un impatto concreto per salvare vite di neonati prematuri, migliorare la diagnosi delle malattie respiratorie croniche e migliorare l’equità a livello sanitario.
La Fondazione all’ATS Conference 2025
Sul fronte della ricerca scientifica in ambito respiratorio, la Fondazione ha preso parte a maggio all’ATS Conference, uno degli appuntamenti più importanti a livello internazionale dedicati alla salute respiratoria. La conferenza, organizzata dall’American Thoracic Society, si è tenuta a San Francisco e ha riunito migliaia di professionisti, ricercatori e organizzazioni impegnate nella lotta alle malattie respiratorie croniche.
La Fondazione ha presentato i progressi del Modello GASP (Global Access to Sustainable Pulmonology), nato per migliorare la diagnosi e il monitoraggio delle patologie respiratorie nei Paesi del Sud Globale, nell’ambito del simposio “Gestione della qualità delle malattie respiratorie croniche nei contesti a risorse limitate”.
Gli interventi hanno affrontato temi chiave come l’adattamento delle strategie internazionali (GINA, GOLD) alle realtà locali e il supporto ai sistemi sanitari per rafforzare l’accesso alle cure e le capacità locali, nonché una riflessione sul ruolo delle organizzazioni filantropiche che possono promuovere cambiamenti sostenibili nella gestione della salute respiratoria, in contesti caratterizzati da risorse pubbliche limitate e crescenti incertezze globali.
La partecipazione all’ATS Conference è stata anche un’occasione per rafforzare le collaborazioni con istituzioni accademiche e partner globali, promuovendo un approccio integrato che unisce ricerca, innovazione e capacity building.
Il Modello NEST alla Conferenza APLF
Dal 20 al 22 novembre, la Fondazione ha partecipato alla Conferenza congiunta dell’Association des Pédiatres de Langue Française (APLF), della Société Mauritanienne de Pédiatrie (SOMAUPED) e del Congrès Maghrébin de Pédiatrie, tenutosi a Nouakchott, Mauritania. L’evento ha riunito centinaia di specialisti e operatori sanitari dall’Africa e dall’Europa, offrendo oltre 40 sessioni tra simposi, workshop e tavole rotonde su temi chiave della salute infantile e neonatale, con particolare attenzione alle sfide emergenti nei contesti a risorse limitate.
La Fondazione ha tenuto il simposio “Innovare e agire per la salute perinatale tramite il Modello NEST”, moderato dal Prof. Ousmane Ndiaye. Federica Cassera, Program Development Officer dalla Fondazione, ne ha illustrato la missione e il focus sui Paesi francofoni dell’Africa subsahariana, presentando il Modello NEST come approccio integrato per migliorare la qualità dell’assistenza neonatale. Federico Bianco, Technical Advisor della Fondazione, ha approfondito il “Patient Journey”, cioè l’analisi dell’intero percorso del neonato dalla nascita alle cure postnatali per identificare bisogni, difficoltà e punti critici, sottolineando l’importanza di un’assistenza centrata sul neonato e sulla famiglia. La Dott.ssa Anita Dogo, Pediatra e Capo del Reparto di Neonatologia presso l’Ospedale Saint Jean de Dieu di Tanguiéta (Benin), ha condiviso l’esperienza concreta dell’implementazione del Modello NEST in Benin, mentre il Dott. Ousman Mouhamadou, consulente e membro del Technical Advisory Group della Fondazione, ha presentato i risultati del caso di studio locale che ha condotto per valutare l’impatto del Modello NEST, evidenziando la riduzione della mortalità neonatale dal 33,1% nel 2022 al 19,1% nel 2024 e il miglioramento della comunicazione tra operatori e famiglie.
La partecipazione al congresso ha rafforzato le collaborazioni internazionali e confermato l’impegno della Fondazione per l’innovazione e la qualità delle cure perinatali.
Nuovi dati sull’efficacia del Modello NEST in Benin
Nel corso dell’anno, la Fondazione ha portato avanti un ampio lavoro di analisi, culminato nella redazione del documento “Évaluation d’Impact du Modèle NEST à l’Hôpital Saint Jean de Dieu de Tanguiéta, Bénin” (Valutazione dell’impatto del Modello NEST presso l’ospedale Saint Jean de Dieu di Tanguiéta, Benin). Il documento approfondisce il caso di studio presentato al congresso APLF, analizzando i risultati ottenuti tra il 2022 e il primo trimestre del 2025. Il lavoro si è concentrato non solo sulla riduzione della mortalità neonatale, ma soprattutto sul miglioramento della qualità delle cure e dell’organizzazione del reparto. L’analisi ha preso in esame aspetti clinici e gestionali, con particolare attenzione alla diffusione della Kangaroo Care, alle infrastrutture, alla prevenzione e al controllo delle infezioni e alla continuità dei servizi dopo la dimissione.
La valutazione, realizzata in collaborazione con il personale dell’ospedale, ha utilizzato una metodologia mista, combinando dati quantitativi (come tassi di mortalità, numero di neonati assistiti, investimenti effettuati) e qualitativi (interviste e focus group con operatori e famiglie). L’obiettivo è stato capitalizzare le lezioni apprese, individuare buone pratiche e criticità e orientare le priorità strategiche per il periodo 2025–2027. Questo lavoro rappresenta uno strumento concreto per migliorare ulteriormente l’efficacia del Modello NEST e favorire la sua sostenibilità e replicabilità in altri contesti africani.
Prosegue l’implementazione dei modelli NEST e GASP
Parallelamente a tutte le attività descritte fino a qui, nel corso dell’anno, la Fondazione ha continuato a rafforzare la presenza e l’efficacia dei modelli NEST e GASP nei Paesi in cui opera. Il Modello NEST è stato implementato in Benin, Burkina Faso, Burundi, Costa d’Avorio e Togo, con un’attenzione particolare alla formazione degli operatori sanitari e al miglioramento delle procedure cliniche.
Per quanto riguarda il Modello GASP, la sua implementazione è stata ampliata in Guyana, in collaborazione con il Ministero della Salute locale, e consolidata in Perù grazie al rinnovo della partnership con il Policlinico Santa Rita del Cusco, Chiesi Spagna e la Sociedad Española de Neumológia y Cirugía Torácica (SEPAR).
Inoltre, in Nepal è proseguito il programma di screening spirometrico per i lavoratori delle fornaci di mattoni. La Fondazione ha supportato la Johns Hopkins University e l’Institute of Medicine della Tribhuvan University per condurre una valutazione delle strutture sanitarie, con l’obiettivo di aggiungere una componente di follow-up clinico al Modello GASP nel paese, il cui avvio è previsto per il 2026.
Il network della Fondazione continua a crescere
Nel 2025 la Fondazione ha avviato tre nuove partnership per rafforzare l’impatto dei propri programmi e ampliare la rete di collaborazione internazionale. La collaborazione con la Pan African Thoracic Society rappresenta un passo importante per lo sviluppo del Modello GASP, grazie al coinvolgimento di una delle principali società scientifiche africane dedicate alla salute respiratoria. L’obiettivo comune è promuovere la formazione degli operatori sanitari e facilitare l’accesso a strumenti diagnostici essenziali per la gestione delle malattie respiratorie croniche in Africa.
Parallelamente, la partnership tra la Paolo Chiesi Foundation e WeWorld Onlus in Burundi mira a rafforzare le cure neonatali attraverso l’implementazione della Kangaroo Care nei Centri di Salute e nella comunità della Provincia di Ngozi. Insieme, le due organizzazioni formano attori chiave a tutti i livelli, garantiscono supervisione strutturata e supportano centri selezionati per assicurare cure integrate, sicure ed efficaci, contribuendo alla riduzione della mortalità neonatale e al benessere dei neonati vulnerabili.
Infine, la collaborazione con l’Ospedale CHU-MEL di Cotonou (Benin), principale ospedale di riferimento nazionale per la salute materno-infantile, permette di consolidare il Modello NEST, favorendo la formazione del personale, l’adozione di protocolli innovativi e la condivisione di buone pratiche. Queste nuove partnership confermano l’impegno della Fondazione nel costruire reti solide e inclusive per migliorare la salute neonatale e respiratoria.
Preparandosi al 2026
La Fondazione guarda ora al 2026 con rinnovato entusiasmo, rafforzando il suo impegno per garantire cure sanitarie di qualità nei Paesi del Sud Globale. Attraverso nuove partnership e progetti innovativi, continuerà a costruire reti di collaborazione e a promuovere crescita, formazione e buone pratiche, con l’obiettivo di generare un impatto sempre più concreto sulle comunità che sostiene e rendere l’assistenza sanitaria di qualità un diritto di tutti.


